La decorazione di questa sala di Casa Buonarroti, destinata a protrarsi per anni, fu iniziata nel 1624.
L’anno successivo Jacopo Vignali dipinse ad affresco, sul soffitto, il Padre Eterno che separa la luce dalle tenebre e le personificazioni della Notte e del dì, che danno il nome alla “camera”, e alla sommità delle pareti, un fregio in cui coppie di putti sorreggono stemmi di famiglie imparentate con i Buonarroti.
I lavori ripresero qualche anno più tardi con la realizzazione dello “Scrittoio”, entro il quale Michelangelo il Giovane era solito ritirarsi a studiare. La parte lignea di questo piccolo vano fu eseguita nel 1629 da Francesco da Sant’Andrea a Rovezzano, e le pitture da Baccio del Bianco, che contemporaneamente dipingeva, ad olio su muro, le aggraziate finte porte.
La decorazione della stanza si concluse nel 1637-1638, con la raffigurazione di personaggi della famiglia Buonarroti e di eventi ad essa legati, realizzati da vari artisti, tra i quali spicca Pietro da Cortona, che ritrasse Buonarroto creato conte palatino da papa Leone X.
Alle pareti si notano:
- il capolavoro di Giovanni di Francesco, con le Storie di san Nicola da Bari;
- un Cupido marmoreo, cominciato da Valerio Cioli (1529-1599) e portato a termine da Andrea di Michelangelo Ferrucci (morto nel 1626);
- il ritratto di Michelangelo, eseguito da Giuliano Bugiardini (1475-1554);
- il ritratto di Michelangelo il Giovane, dipinto da Cristofano Allori (1577-1621).
La testa bronzea di Michelangelo è opera di Daniele da Volterra.