a cura di Pietro Ruschi
Firenze, Casa Buonarroti, 19 giugno-12 novembre 2007
La morte di Lorenzo il Magnifico, nel 1492, e le tumultuose vicende che seguirono a Firenze fecero sì che San Lorenzo, la grande basilica brunelleschiana, restasse incompleta. Non solo mancava la facciata, ma anche il progetto di creare una nuova cappella medicea speculare alla Sagrestia Vecchia di Brunelleschi, non era probabilmente andato oltre una fase iniziale di lavori. Fu solo dopo il ritorno al potere dei Medici, nel 1512, e, l’anno successivo, con l’ascesa al soglio pontificio di Giovanni de’ Medici con il nome di Leone X, che il tema laurenziano tornò al centro dell’attenzione. Nel 1516, infatti, fu bandito il “concorso” per la facciata, cui, com’è noto, parteciparono Giuliano da Sangallo, Raffaello e lo stesso Michelangelo. L’anno seguente, dopo la morte del Sangallo, Michelangelo divenne protagonista. Da allora fino al 1526, un periodo cruciale della sua attività di architetto, il suo impegno fu prevalentemente dedicato a San Lorenzo.
La nuova cappella medicea, la Sagrestia Nuova, costituì, a partire da 1520, la sua prima e grandiosa opera. La morte di Leone X, nel 1521, e il breve pontificato di Adriano VI non comportarono interruzioni di particolare entità dei lavori, tanto che nei primi mesi del 1524 Michelangelo poteva annunciare a Clemente VII, il secondo papa mediceo da poco nominato, che anche la lanterna era “finita di metter su e scoperta”. Con Clemente VII l’impegno del Buonarroti a San Lorenzo divenne ancora più intenso. Dopo diversi e dibattuti progetti, nel 1524, si apre il cantiere della Biblioteca Laurenziana, che l’artista, dopo una lunga sospensione (1526-1533) continuò a seguire anche dopo il suo trasferimento a Roma, fino all’invio, nel 1559, del modello della scala del Ricetto, mentre la singolare “libreria secreta”, ideata intorno al 1525, finì per restare sulla carta. Al progetto per la facciata di San Lorenzo, assegnato a Michelangelo fin dal 1519, ma di cui furono eseguiti solo alcuni elementi lapidei mai messi in opera, pertiene la Tribuna delle Reliquie, posta sulla parete di controfacciata, studiata da Michelangelo fin dal 1525, ma realizzata intorno al 1533.
Da questo sintetico profilo si evince non solo la grandiosità, ma anche la complessità degli interventi michelangioleschi a San Lorenzo, distribuiti su un lungo arco temporale, legati a committenti diversi, condizionati da contrastati eventi pubblici e privati. A tutto ciò si devono aggiungere le ripetute interruzioni, cui non sempre fece seguito la ripresa dei lavori, e la difficoltà dell’andamento dei cantieri durante i periodi di assenza dell’artista. Una più accurata conoscenza di tali vicende costituisce, dunque, uno strumento prezioso per chi intenda comprendere l’opera di Michelangelo architetto. Vicende, beninteso, in parte già note, affrontate e analizzate dalla critica anche in anni recenti, ma talora tanto dibattute da aver creato l’insorgere di veri e propri “problemi”. Problemi tuttora aperti anche se, in anni recenti, non sono mancate precisazioni e “scoperte”, in grado di gettare nuova luce e che, proprio nei disegni michelangioleschi di Casa Buonarroti a Firenze, trovano ampio campo di verifica e approfondimento. Problemi che, dunque, ora si intende spiegare ed evidenziare, quale contributo ad un più diffuso e consapevole apprezzamento dell’architettura michelangiolesca e dell’intero complesso di San Lorenzo, uno degli spazi d’arte più celebri e visitati al mondo.
La mostra, infatti, è impostata proprio sull’analisi di quattro diversi ambiti dell’intervento di Michelangelo che presentano alcuni aspetti irrisolti ma che, nello stesso tempo, offrono caratteri di attualità, grazie a rinvenimenti e studi recenti. L’esposizione è essenzialmente fondata sui preziosi disegni autografi di Casa Buonarroti, esposti in originale. Essi, tuttavia, saranno accompagnati da sintetici supporti informativi (schede) e da una specifica documentazione grafica e fotografica, principalmente inerente l’architettura realizzata, in grado di proporre e definire con chiarezza le questioni relative a ciascun tema (i cosiddetti “problemi aperti”). Inoltre, per agevolare ulteriormente la percezione e la comprensione dei diversi temi, che presentano aspetti d’indubbia complessità, s’intende utilizzare sia modelli tridimensionali, sia elaborazioni digitali appositamente eseguite, da affiancare suggestivamente ai disegni dell’artista. L’intento della mostra, in sostanza, è quello di offrire un’analisi chiara e comprensibile dei quattro problemi affrontati, che il visitatore potrà comprendere grazie alla immediatezza dei supporti espositivi e contemporaneamente verificare grazie all’emozionante esame diretto degli stessi progetti di Michelangelo.
La fabbrica della Sagrestia Nuova
Iniziata da Giuliano da Sangallo per incarico di Lorenzo il Magnifico, come dimostra la sua stretta relazione spaziale con la Sagrestia brunelleschiana, rimane da individuare la fase e l’entità dell’intervento michelangiolesco.Tale problema è stato affrontato da numerosi studiosi, che sono giunti a conclusioni contrastanti fra loro. Per la Sagrestia, inoltre, riveste particolare importanza il progetto per un monumento centrale tombale, presente in diversi disegni, ma di fatto mai eseguito. E’ interessante offrire un’esauriente documentazione circa lo stato in cui tale fabbrica si trovava al momento della partenza di Michelangelo per Roma e sulla definitiva sistemazione vasariana.
La scala d’accesso nel Ricetto della Biblioteca Medicea
Le vicende della scala sono complesse e documentate da numerosi disegni. Tuttavia, il recente ritrovamento nel vano sottoscala, di ampie tracce di una scala precedente all’attuale, ha consentito di gettare nuova luce sull’intera questione, chiarendo definitivamente l’intervento del Tribolo, anche se restano aperti alcuni problemi relativi al progetto michelangiolesco. Irrisolto rimane anche il problema dell’originaria copertura del Ricetto, completato solo nell’Ottocento,attualmente costituita da una tela ottocentesca su cui è dipinto un cassettonato ligneo.
La “libreria secreta” della Biblioteca Medicea
Di tale progetto, destinato a completare il complesso della Biblioteca ma rimasto irrealizzato, rimangono una serie di disegni. La singolare pianta triangolare del piccolo edificio – in realtà dettata dalla linea di confine con le proprietà dei Martelli – consentì a Michelangelo di mettere a punto uno fra gli organismi spaziali più originali dell’intero Rinascimento, ma la soluzione pensata per i suoi alzati rimane quasi sconosciuta.
La Tribuna delle Reliquie
Il rapporto speculare con l’irrealizzata facciata della basilica lascia aperte numerose questioni circa le reali valenze e implicazioni della Tribuna sul piano formale e spaziale. Ai disegni noti se ne possono probabilmente aggiungere altri, relativi ai balaustri, rinvenuti recentemente su una parete del primo chiostro laurenziano.