Questa sala fu usata come cappella a partire dal 1677.
Gli affreschi alle pareti, eseguiti da Jacopo Vignali tra il 1622 e il 1623, rappresentano i santi e i beati della città e del contado di Firenze che, preceduti da Giovanni Battista, avanzano in processione dalla chiesa militante alla chiesa trionfante.
Nell’interno della cupoletta e sul soffitto, affreschi di Michelangelo Cinganelli (1580 circa -1635), con san Michele Arcangelo e gli angeli musicanti e osannanti che danno il nome alla stanza.
Sopra la mensa dell’altare, eseguito nel 1627 da Francesco e Tommaso da Sant’Andrea a Rovezzano, si trova una tarsia di Benedetto Calenzuoli, su cartone di Pietro da Cortona, raffigurante la Madonna col Bambino.
Sotto l’altare, il reliquiario di sant’Agata, donato da suor Innocenza Barberini a Michelangelo Buonarroti il Giovane il primo di marzo del 1638.
Nelle nicchie, su mensoloni secenteschi, il busto di Michelangelo il Giovane, capolavoro di Giuliano Finelli, e i ritratti di Cosimo Buonarroti e della moglie Rosina Vendramin, eseguiti da Aristodemo Costoli tra il 1850 e il 1857.
Le altre nicchie ospitano un rilievo con San Gerolamo di Luca della Robbia il Giovane, una replica bronzea cinquecentesca della Madonna della scala di Michelangelo (il rilievo marmoreo è rimasto per secoli in questa stanza), e una Testa di vecchio, ritenuta alla fine del Seicento opera “bellissima di Guido Reni”.