Sono stati per molti anni riuniti in questa sala due grandiosi progetti michelangioleschi per opere destinate alla fabbrica di San Lorenzo a Firenze, non realizzate entrambe.
Il grande modello ligneo per la facciata della chiesa di San Lorenzo rimase a lungo nel vestibolo della Biblioteca Laurenziana: proveniva probabilmente dalla dimora romana di Michelangelo, come si evince da una lettera inviata dall’artista al nipote Leonardo nel 1555, che ne preannunciava l’invio a Firenze precisandone la destinazione al duca Cosimo I. L’opera giunse alla fine dell’Ottocento in Casa Buonarroti.
Il palazzo di via Ghibellina ha avuto il privilegio di ospitare ed esporre per oltre cinquanta anni il Dio fluviale, l’emozionante ‘modello’ michelangiolesco per sculture da porre a ulteriore ornamento delle tombe dei duchi nella Sagrestia Nuova. Di proprietà dell’Ammannati, che l’aveva ricevuto in dono da Cosimo I, il grande modello fu donato all’Accademia delle arti del disegno nell’aprile del 1583, e restò a lungo misconosciuto, tanto che l’attribuzione a Michelangelo è questione dibattuta non prima dell’inizio del Novecento. Chiamato a Firenze per dirigere la Casa Buonarroti Charles de Tolnay riuscì a ottenere l’opera in deposito dalla Soprintendenza competente nel dicembre del 1965 e la espose nel museo, mettendo finalmente in evidenza, dopo un lungo oblio, il suo altissimo valore. Ritirato dall’Ufficio Restauri della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze nel dicembre del 1986 per un intervento di conservazione, quando tornò in Casa Buonarroti si raccomandò di non movimentare in alcun modo l’opera in quanto molto fragile. Per gli stessi problemi di conservazione è stato eseguito in loco e terminato nella primavera del 2017 un importante restauro a opera del fiorentino Opificio delle Pietre Dure. Dopo essere stato esposto a Firenze in un’importante mostra temporanea, il modello non è tornato in Casa Buonarroti e soltanto un pannello ne serba memoria.