La sequenza di sale sulla sinistra dell’atrio della Casa Buonarroti è utilizzata, a partire dal 1984, per mostre temporanee.
Fino al 1990, lo spazio espositivo era costituito da tre ambienti, ai quali si aggiunse in quell’anno una quarta sala, recuperata restaurando parte della zona più antica della Casa, sfuggita a ogni precedente restauro e risalente ai tempi di Michelangelo.
Le prime tre sale furono sicuramente interessate agli interventi ai quali, nella prima metà del XVII secolo, sottopose il palazzo Michelangelo il Giovane: ne resta testimonianza nella nobiltà degli spazi e soprattutto nel bell’affresco di Jacopo Vignali – sul soffitto della prima stanza – raffigurante il Sogno di Giacobbe.
Le mostre si svolgono a scadenza annuale, su argomenti riguardanti Michelangelo e il patrimonio culturale, artistico e di memorie della Casa Buonarroti. Il tema è strettamente correlato con i fini istituzionali e con i programmi di ricerca scientifica della Casa, ed è assai vasto. Ha permesso infatti di affrontare, tra l’altro, alcune problematiche direttamente michelangiolesche (la giovinezza dell’artista nel giardino di San Marco, o il suo impegno architettonico per San Lorenzo e per San Pietro); il mito di Michelangelo nell’Ottocento (dal centenario del 1875 al suggestivo confronto con l’arte di Auguste Rodin); il collezionismo familiare, attraverso mostre che prendono avvio dai pezzi più prestigiosi della Casa (la scoperta della “pittura di luce” derivante dalla predella di Giovanni di Francesco; il dramma umano e artistico di Artemisia Gentileschi, prendendo l’avvio dalla sua tela nella “Galleria”).